Sick Building Syndrome

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Come scoprire se la tua casa soffre della Sindrome dell’Edificio Malato (Sick Building Syndrome)

Come scoprire se la tua casa soffre della Sindrome dell’Edificio Malato (Sick Building Syndrome)

Ormai da anni si sente parlare della Sindrome dell’Edificio Malato (SBS – Sick Building Syndrome), una malattia riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che si manifesta con una serie di sintomi dovute alla presenza di elementi tossici negli ambienti domestici e in quelli di lavoro.

Per capire se all’interno della propria casa o nel proprio ufficio siano presenti sostanze che potrebbero essere nocive per la nostra salute e per quella di chi amiamo, basta osservarsi con attenzione e cogliere alcuni segnali cui spesso non facciamo caso.

Se soffriamo spesso di mal di gola o raffreddori insistenti, che svaniscono una volta abbandonati per qualche giorno gli ambienti che siamo soliti frequentare, se spesso abbiamo gli occhi irritati o arrossati o notiamo che dopo qualche ora percepiamo un leggero malditesta, se abbiamo spesso catarro persistente con conseguente tosse di cui non riusciamo facilmente a liberarci, le cause non sono le temperature rigide della stagione invernale, né tantomeno gli sbalzi delle cosiddette mezze stagioni.

Le cause di questi malesseri, leggeri ma spesso cronicizzati, sono le sostanze tossiche contenute negli ambienti chiusi che frequentiamo e che, senza accorgercene, respiriamo costantemente, giorno dopo giorno.

Ventilazione e illuminazione: spesso troppo scarse.

A volte nelle case e negli uffici non si ha la buona abitudine di effettuare un quotidiano ricambio d’aria. A casa l’operazione viene svolta spesso la mattina e in modo frettoloso, senza completarla fino in fondo.

Non bastano 10 minuti di finestre aperte infatti per ottenere un ricambio efficace. Bisognerebbe aprirle almeno due volte al giorno e per mezz’ora in quanti più ambienti possibili.

Negli uffici il discorso diventa più complesso, perché spesso questi edifici hanno un sistema di areazione meccanico che non prevede l’apertura delle finestre. Ove possibile provvedere all’apertura di una finestra almeno per due volte al giorno, magari al mattino presto e durante la paura pranzo, e, ove non possibile, armarsi di pazienza e chiedere a chi di dovere di avere questa opzione.

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Anche la scarsa illuminazione può causare la Sindrome dell’Edificio Malato. Un fenomeno che, bisogna sottolineare, si verifica maggiormente negli ambienti di lavoro, spesso illuminati artificialmente anche durante il giorno.

In questo caso la soluzione è più difficile, perché unita al fatto che spesso siamo davanti ai computer per 8 ore e più al giorno. È consigliabile alzarsi e uscire circa ogni mezz’ora, anche solo per pochi minuti, per respirare aria fresca e godere della luce naturale.

Un sintomo conclamato: le muffe.

Se la propria abitazione o il luogo di lavoro presentano zone attaccate da muffe, bisogna intervenire immediatamente con un’operazione di pulizia, perché queste sostanze sono estremamente tossiche.

Subito dopo è necessario trovare la causa del fenomeno e risolvere subito la situazione, per evitarne il ritorno.

A volte, le muffe sono provocate dalla condensa che si forma vicino agli infissi o sono causate dagli sbalzi di temperatura tra ambienti interni e esterni.

La soluzione per evitarne il riformarsi è banale: bisogna semplicemente provvedere anche qui all’areazione e alla ventilazione corrette per almeno due volte al giorno.

Una scelta consapevole.

Scegliere arredi ecosostenibili e materiali organici sicuramente fa la differenza.

Ma oggi esiste un prodotto che purifica l’aria di abitazioni, uffici e luoghi ad alta frequentazione e che può aiutare nella prevenzione della Sindrome dell’Edificio Malato.

Utilizzando il processo della fotocatalisi, Fotosan, ti offre la doppia opportunità di verniciare e illuminare le pareti di casa e di purificare l’aria che respiri.

Per saperne di più, guarda l’intervista a chi l’ha inventato sul canale youtube dedicato alla fotocatalisi

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